Il Giro d'Italia 2016 farà la raccolta differenziata e avvierà al riciclo i rifiuti prodotti durante tutta la durata della manifestazione. L'annuncio è dello scorso lunedì a Milano, nella storica sala Dino Buzzati del Corriere delle Sera, dove campeggiano le prime pagine storiche della Gazzetta dello Sport.
“Il tema ambientale per noi non è solo una questione di moda, ma è una cosa nella quale crediamo fermamente”, ha dichiarato Paolo Bellino, direttore generale di Rcs Sport. "Ride Green è il primo step che dovrebbe portare il Giro d'Italia ad diventare un evento ad emissioni zero di CO2”.
Certo si tratta di un percorso lungo, che non sarà scevro di problemi e lungaggini, ma alla 99esima edizione di una delle manifestazioni sportive più famose al mondo, si raccoglieranno plastica, vetro, carta, alluminio e la frazione organica, lungo tutte le 18 tappe italiane del Giro d'Italia.
Il progetto nato dalla collaborazione di Rcs Sport, la cooperativa E.r.i.c.a. e il Wwf, e di tutti gli attori coinvolti nella raccolta, avrà sì una valore ambientale, perché di fatto ridurrà l'impatto dell'evento, ma soprattutto avrà una valenza educativa, culturale. “Questa iniziativa ha una valenza enorme, proprio perché è itinerante, coinvolgendo i partecipanti ma anche il territorio, le scuole, gli sponsor”, ha commentato Barbara Degani, sottosegratario del ministero dell'Ambiente. “Un territorio, quello nazionale, con grandi differenze per quanto riguarda la raccolta differenziata. Pensiamo solo a quel 18 per cento della Calabria, confrontato con quello del Piemonte che arriva al 54”.
Ecco allora 406 contenitori dedicati, 15.600 sacchetti, 40 mila stoviglie compostabili, 77 postazioni di raccolta dove opereranno più di 200 volontari e personale formato appositamente per tutte le 18 tappe del Giro d'Italia, che partirà il prossimo 6 maggio.
“Non si tratta solo di ridurre l'impatto sull'ambiente, ma anche ciò che si comunica”, ha commentato Gaetano Benedetto, direttore generale del Wwf. “Se il Giro d'Italia riesce a diventare ad emissioni zero o comunque ad impatto molto limitato, immaginiamo cosa possono diventare tutti gli altri eventi, non solo a livello sportivo”.