Ci sono anche notizie positive nel nuovo Rapporto Ecomafia 2016, redatto da Legambiente ed edito da Edizioni Ambiente con il sostegno di Cobat. Arrivano infatti i primi segnali di un'inversione di tendenza: nel 2015 diminuiscono gli illeciti ambientali.
Sono 27.745 quelli accertati con 188 arresti, 24.623 persone denunciate e 7.055 i sequestri. Praticamente un reato ogni tre ore. Numeri ancora molto elevati, in particolare negli illeciti legati alla filiera agro-alimentare, quelli contro gli animali e gli incendi. Quest'ultimi infatti registrano un aumento preoccupante: +49 per cento, mandando in fumo più di 37.000 ettari.
“Anche quest’anno il Rapporto Ecomafia ci racconta il brutto dell’Italia, segnata ancora da tante illegalità ambientali, ma in questa edizione 2016 leggiamo alcuni fenomeni interessanti che lasciano ben sperare”, ha dichiarato Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente. “Dati e numeri, in parte in flessione, che dimostrano quali effetti può innescare un impianto normativo più efficace e robusto come i nuovi ecoreati, in grado di aiutare soprattutto la prevenzione oltreché la repressione dei fenomeni criminali”.
Infatti, dall'entrata in vigore della legge sugli ecoreati, sono stati contestati 947 illeciti, con 1.185 denunce dalle forze dell’ordine e dalle capitanerie di porto e il sequestro di 229 beni per un valore di 24 milioni di euro, segno che la repressione dal punto di vista penale sta facendo la sua parte.
Da registrare che quasi la metà degli illeciti viene registrata all'interno delle quattro Regioni con i maggiori insediamenti mafiosi: Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Le prime del Nord sono Liguria e Veneto. Ed è la corruzione il reato a destare la maggiore preoccupazione, definita dalla stessa associazione “dilagante”. Su 302 inchieste, 2.666 sono le persone arrestate e 2.776 denunciate. La Lombardia è la Regione con il numero più alto di indagini, in tutto 40. Continuano poi gli abusivismi edilizi, come il traffico illecito di specie animali, protette e non. Un malaffare che ancora oggi fattura 19,1 miliardi di euro.
“Dopo la legge sugli ecoreati e quella sulle agenzie ambientali – conclude Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente – c’è bisogno con urgenza della legge sui delitti contro gli animali, della norma per semplificare l’abbattimento degli ecomostri, di quella contro le agromafie e della costituzione di una grande polizia ambientale sempre più strutturata sul territorio che faccia tesoro dalle migliori esperienze maturate dall’Arma dei carabinieri e dal Corpo forestale dello Stato negli ultimi decenni”.