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Le Caretta caretta alla (ri)conquista delle spiagge nostrane
La tutela delle aree di nidificazione ripagata dalle tartarughe con ben 58 nidi. Ovodepisizioni record a Lampedusa
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23/08/2016

Fra i tanti turisti che, ogni estate, accorrono sulle spiagge italiane ci sono alcuni che, anche se non paganti, sono sempre benvenuti: le tartarughe Caretta caretta.

Dalle coste siciliane a quelle della Campania, del litorale calabrese a quello sardo passando per Puglia, Lazio e Toscana, quest’anno sono tante spiagge che, tra la fine di maggio e la metà di agosto, sono state scelte dalle mamme tartarughe per deporre le uova dei propri piccoli.

I dati 2016

L’estate 2016 ha fatto registrare un boom di arrivi: sono ben 58 i nidi di tartarughe marine stimati da Legambiente e sono ripartiti tra Calabria (28 ubicati sulla costa delle “tartarughe”), Sicilia (17 presenti soprattutto nell’AMP Pelagie), Campania (4 nel Parco del Cilento), Sardegna (5 di cui tre nell’AMP Capo Carbonara), Puglia (2 nel Salento), Toscana (1 a Capalbio) e Lazio (1 vicino a Nettuno).  Le ovodeposizioni non si sono verificate solo nelle aree marine protette, ma anche sulle coste premiate da Legambiente con le cinque vele de “Il mare più bello – Guida Blu 2016” come, ad esempio, quella di Acciaroli a Pollica (Sa), Capalbio (Gr), Domus De Maria (Ca) e Marina di Camerota.

Dopo le “nascite” avvenute sulle spiagge di Acciaroli (Sa), Linosa, Domus De Maria (Ca) e sulla costa dei Gelsomini (RC), nei giorni scorsi anche l’isola dei Conigli a Lampedusa ha festeggiato l’arrivo di nuove tartarughine. Nella riserva naturale, si è arrivati alla cifra record di 8 nidi. Le altre “spiagge-parto” dove sono attese altre nascite sono quelle di Villasimius, di Capo Carbonara, e di "Sa Marina" a Bari.

I dati raccolti da Legambiente forniscono un quadro estremamente positivo soprattutto se confrontato con la situazione di alcuni anni fa quando i nidi potevano essere contati sulle dita di una mano. Questi risultati non sono casuali ma sono frutto degli interventi specifici di salvaguardia e tutela - come “Tartalife” e “LIFE Caretta Calabria” entrambi realizzati da Legambiente e finanziati dalla Commissione Europea e i centri di recupero delle tartarughe marine (CRTM) -  di una gestione sostenibile delle spiagge, della pulizia manuale (e non meccanica) degli arenili e della migliorata capacità di individuare i nidi sia da parte degli studiosi che dei semplici cittadini.

Passi in avanti importanti ma che non devono far abbassare la guardia. Legambiente chiede ora al Ministero dell’ambiente la creazione di una banca dati nazionale pubblica sui ritrovamenti dei nidi e una relativa ai recuperi.

 “La nidificazione della tartaruga marina sulle spiagge italiane – ha spiegato Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente - rappresenta un evento di grande valore scientifico e conservazionistico. Il numero dei nidi stimati quest’estate sono un segnale importante che fa ben sperare per il futuro. Per questo è importante puntare su progetti di salvaguardia e di tutela di questa specie, a rischio estinzione, incentivare un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente, e al tempo stesso promuovere a livello territoriale iniziative di informazione e sensibilizzazione coinvolgendo le associazioni, le comunità locali, le amministrazioni e i pescatori. Non va dimenticata, inoltre, la straordinaria lezione che in questa anni è arrivata dalla spiaggia dei conigli di Lampedusa, strappata al degrado e dove la regolamentazione della balneazione, la cura e la salvaguardia costante dei luoghi, hanno consentito il ritorno della Caretta caretta e garantito il ripetersi di un evento così straordinario come quello della nidificazione, senza sottrarre al turismo uno dei luoghi più incantevoli di Lampedusa”.  

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