Con una
risoluzione approvata dall'assemblea con 618 voti favorevoli,
"si invitano nuovamente la Commissione e gli Stati membri - spiegano da Strasburgo - ad assistere la commissione d’inchiesta, nel pieno rispetto del principio di leale cooperazione sancito dal diritto dell'Unione".
La commissione d'inchiesta è la così detta "Emis", istituita dopo lo scandalo Volkswagen, e arrivata a metà del suo mandato senza ricevere ancora tutti i documenti richiesti a palazzo Berlaymont. Parliamo delle informazioni sulle misurazioni delle emissioni dei veicoli, e tutte le registrazioni delle attività dei vari gruppi di esperti che si occupano di legislazione in materia di procedure di omologazione veicoli. E il tempo non è infinito: a primavera 2017, infatti, è attesa la relazione finale degli eurodeputati.
La questione è che l'esecutivo europeo è allo stesso tempo anche un "imputato", insieme ai governi degli Stati membri. Il gruppo di europarlamentari, infatti, "sta indagando per capire se la Commissione europea o i funzionari nazionali sospettassero o sapessero delle possibili truffe prima che fosse scoperta negli Stati Uniti e per quale motivo non fossero stati - intenzionalmente o meno - più prudenti nell'affrontare le discrepanze nei valori delle emissioni, riscontrate nei test di omologazione e in quelli in condizioni reali di guida".
A Palazzo Berlaymont, intanto, all'inizio di settembre, a un anno di distanza dallo scandalo, la commissaria Ue alla Giustizia Věra Jourová ha incontrato 31 organizzazioni dei consumatori di tutta Europa "per iniziare a lavorare a soluzioni per tutelare meglio i consumatori nel quadro del caso Volkswagen concernente le emissioni". La collega per il Mercato interno e l'industria Elżbieta Bieńkowska aveva già invitato l'azienda "ad un risarcimento volontario dei consumatori europei senza necessità di un'azione collettiva". Non sarà facile, però, dicono gli esperti, imporre sanzioni europee al gruppo automobilistico, perché nei diversi Paesi membri ci sono approcci diversi sulle pratiche commerciali sleali.
Intanto, anche la Settimana europea per la mobilità sostenibile, che si chiude il 22 settembre, evita con cura la questione della misurazione delle emissioni. Il tema di quest'anno è "Mobilità Smart e sostenibile - un investimento per l'Europa" e punta a promuovere politiche più incisive, perché dai trasporti urbani arriva ancora il 23% delle emissioni di gas serra in Europa.