La COP22 ha preso il via il 7 novembre, all’indomani (4 novembre) dell’entrata in vigore dell’accordo di Parigi. Gli occhi sono tutti puntati sulla Conferenza delle parti di Marrakech perché sarà il primo vero banco di prova per gli Stati in merito all’adozione delle prime misure di quanto stabilito nella COP21 per la riduzione dei cambiamenti climatici. Tra gli obiettivi della Conferenza 2016 vi sarà anche quello di implementare gli accordi 2015.
Per capire a che punto siamo e per ricordare perché le COP siano così importanti per il contenimento dei cambiamenti climatici (con l’obiettivo massimo di +1,5°) abbiamo intervistato Veronica Caciagli esperta di politiche di cambiamento climatico e presidente dell’Italia Climate Network.
La firma dell’Accordo di Parigi e la recente ratifica da parte degli Stati (con il superamento del numero legale minimo per l’entrata in vigore dell’accordo) sono stati accolti con entusiasmo sebbene non fosse il primo accordo sul clima. Ci può spiegare perché è così importante?
L’Accordo di Parigi è storico, giunto dopo anni di negoziati e per nulla scontato. Sono tre i principali elementi che costituiscono l’infrastruttura dell’Accordo:
- L’obiettivo: contenere l’aumento della temperatura media globale ben sotto i 2°C centigradi, con uno sforzo di arrivare a un massimo di +1,5°C. Le emissioni nette globali dovranno arrivare a zero entro la seconda metà di questo secolo.
- Il percorso: gli Stati hanno già sottoposto i loro impegni di riduzione delle emissioni, ma sappiamo che non sono ancora sufficienti. Perciò nei prossimi anni si svolgeranno degli ulteriori negoziati per aumentare progressivamente gli impegni.
- Un segnale: la trasformazione verso un futuro low carbon è avviata e inarrestabile. che l’Accordo di Parigi è entrato in vigore in tempi record, in meno di un anno, il 4 novembre scorso. Per il Protocollo di Kyoto c’erano voluti invece ben 8 anni tra la firma (nel 1997) e l’entrata in vigore (nel 2005).
Quindi, l’Accordo di Parigi è un primo passo, ma la direzione è definita. Occorre adesso tracciare meglio le strade da prendere. E durante il tragitto è fondamentale l’impegno di tutti inclusi cittadini, associazioni e società civile tutta.
A questo punto non era sufficiente attuare l’accordo? A cosa servono le altre conferenze a iniziare da Marrakech?
A Marrakech si negozierà su come implementare l’Accordo: come alzare gli impegni, come assicurare la trasparenza del processo e delle comunicazioni, come verificare i progressi, come assicurare i necessari finanziamenti. Sarà una COP più tecnica, da “nerd” dei negoziati; ma non meno importante perché porrà le basi per l’efficacia dell’Accordo di Parigi. Per questo è ancora molto importante il ruolo dei cittadini e della società civile: tocca a noi controllare e stimolare gli Stati affinché attuino le loro promesse nei tempi previsti e aumentino i loro impegni per la riduzione delle emissioni di gas serra.
In che modo è implementabile? Cos’altro devono o possono fare gli Stati?
Si dovranno chiarire gli impegni e la reportistica: è importante ricordare che l’accordo si basa sul fatto che ogni Stato formuli le proprie azioni in maniera flessibile per permettere di adottare una programmazione e un calendario di attività realmente attuabile in base alle caratteristiche del Paese stesso. Ora però gli impegni di ognuno dovranno essere strutturati in modo tale da permetterne una misurazione e una comparazione.
Siamo già in linea con il rispettare l’aumento delle temperature entro i 2°?
Con gli attuali impegni di riduzione delle emissioni, le proiezioni parlano di un aumento medio delle temperature di +2,7°C. Per ridurre il “gap” di emissioni, sono già stati fissati una serie di appuntamenti successivi: un “dialogo facilitativo” nel 2018 e i “Global Stocktake” dal 2023 ogni 5 anni. Marrakech è importante anche per definire questi prossimi passi. Vi invito a seguirci attraverso i nostri canali, il sito www.italiaclima.org, il nostro bollettino di informazione dalla COP e i social network dell’associazione e miei personali, mi trovate come @VeronicaClima su Twitter e Facebook.