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E-Mobility, nel 2016 vendute nel mondo 800.000 vetture, in Italia solo 2.560
Il primo rapporto italiano disegna lo scenario globale e locale, la Cina il più grande mercato dell’auto elettrica, in Europa la Norvegia, grazie anche agli incentivi all’acquisto
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27/01/2017

Prosegue l’inarrestabile, ma ancora lenta avanzata dell’auto elettrica. Nel 2016 ne sono state vendute nel mondo circa 800.000 (+40% rispetto al 2015) con una prevalenza sempre più significativa dei veicoli “full electric” (BEV), il 63% del totale contro il 60% dell’anno precedente.

In Italia, invece, ne sono state vendute appena 2.560 per un valore di 75 milioni di euro, cioè lo 0,1% dell’intero mercato dell’auto, senza nessuna crescita (e dunque in controtendenza) rispetto al 2015. Lo rileva il primo l’E-Mobility Report realizzato dall’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano che ha stimato analizzando i dati e i trend di crescita della mobilità elettrica in Italia e nel mondo. Il Report, oltre allo sviluppo del mercato dei veicoli elettrici ha misurato la crescita delle installazioni delle infrastrutture di ricarica. “Proprio dal confronto tra le previsioni di crescita di queste due componenti essenziali dell’e-mobility – ha osservato il professor Vittorio Chiesa, direttore dell’Energy&Strategy Group -è infatti possibile valutare la coerenza, e quindi la credibilità, del piano di sviluppo che anche il nostro Paese intende attuare entro il 2020”.

Da gennaio a settembre 2016 le auto elettriche vendute nel mondo sono state circa 518.000 (sia BEV, ossia i modelli full electric, che PHEV, gli ibridi plug-in), il 53% in più rispetto allo stesso periodo del 2015, anno in cui le vendite sono arrivate a 550.000. La Cina è il più grande mercato mondiale, con 225.000 auto elettriche vendute nei primi 3 trimestri 2016 e un’impressionante crescita del 118% rispetto allo stesso periodo 2015. Anche per gli Stati Uniti (109.000 unità vendute, + 33% rispetto al 2015) e per l’Europa (151.000 unità, + 23). L’Italia si trova in una posizione di retroguardia in Europa con appena all’1%, svetta la Norvegia dove le immatricolazioni dei veicoli elettrici hanno rappresentato addirittura il 23,3% del totale.

Una delle ragioni che può spiegare il diverso andamento delle vendite delle auto elettriche è certamente la presenza di meccanismi di incentivazione. E’ stata condotta un’analisi comparativa tra 10 Paesi (Italia, Cina, Giappone, USA, Francia, Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia, UK) misurando sia gli incentivi diretti all’acquisto, cioè una riduzione del prezzo del veicolo, sia quelli diretti all’uso e alla circolazione, che prevedono per l’utente dei bonus durante tutto il ciclo di vita del veicolo. In Norvegia, non a caso uno dei Paesi con il maggior numero di immatricolazioni, sono disponibili incentivi estremamente «generosi», pari a circa 20.000 euro per i BEV e 13.000 per i PHEV. Anche i Paesi Bassi incentivano l’acquisto, soprattutto dei PHEV (9.500 €), e ciò spiega almeno in parte il boom di questi veicoli nel Paese.

L’Italia si conferma inesorabilmente indietro, facendo segnare i controvalori più bassi: circa 3.000 euro per un BEV e 2.000 per un PHEV. Cina e Stati Uniti prevedono incentivi simili, rispettivamente di 8.500 e 9.000 euro per i BEV e di 5.000 e 5.500 per i PHEV. Per il decollo dei veicoli elettrici di primaria importanza sono i punti di ricarica. Sono 1,45 milioni i punti di ricarica censiti nel mondo a fine 2016, in forte crescita (+81%) rispetto agli oltre 800.000 punti del 2015 e 73 volte di più rispetto ai soli 20.000 del 2010 (il 13% pubbliche). In Europa sono stati installati complessivamente 70.000 punti di ricarica pubblici (37%) e circa 400.000 privati (30%). Anche qui l’Italia è indietro, si possono stimare, infatti, circa 9.000 punti di ricarica, di cui 7.000-7.500 privati (circa l’80%) e 1.750 pubblici (20%), cresciuti nell’ultimo anno di 2.500 unità (+28%, contro lo stallo dal 2013 al 2015).

Dovrà essere il cosiddetto PNIRE (Piano Nazionale Infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica), redatto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a governare lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica nel nostro Paese. L’obiettivo al 2020 è l’installazione di 4.500-13.000 punti di ricarica normal power (con un potenza pari o inferiore a 22 kW) e di 2.000-6.000 high power (superiore a 22 kW), la copertura finanziaria al momento è di 33,5 milioni di euro

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