L’effetto serra colpisce anche i mari. L’aumento di anidride carbonica infatti causa una diminuzione del pH degli oceani, che da soli assorbono un terzo della CO2 di origine antropica, con gravi ripercussioni sull’ecosistema marino ed in particolare sulle popolazioni di molluschi (ostriche, cozze, vongole, capesante ecc) che a causa della maggiore acidità delle acque impiegheranno più tempo a “costruire” le loro conchiglie e potrebbero anche vedere sciogliere la loro corazza protettiva, con gravi danni all’ambiente e all’economia. I paesi maggiormente colpiti da questo fenomeno saranno proprio quelli dove è maggiore la produzione e il mercato di molluschi: Italia, Francia, Spagna e Regno Unito.
L’impatto dell’aumento dell’acidità delle acque marine sulle popolazioni di molluschi nei paesi europei è stato esaminato nello studio “Economic impact of ocean acidification on shellfish production in Europe” realizzato da due ricercatori dell’università tedesca di Kiel e pubblicato sulla newsletter della commissione europea Science for Environment Policy. Lo studio è stato focalizzato in Europa a causa della grande varietà di molluschi allevati e per le particolari condizioni ambientali del Vecchio Continente. Proprio i paesi europei sono infatti i secondi produttori mondiali di molluschi provenienti da acquacoltura ed i quarti per i molluschi provenienti da attività di pesca e sono, di conseguenza, quelli più colpiti economicamente da una contrazione nelle popolazioni.
Per studiare gli effetti economici derivanti dall’acidificazione delle acque, i ricercatori hanno preso in esame gli studi finora disponibili e i dati della Fao che cataloga 54 specie di molluschi in sei gruppi: abaloni, chiocciole, conchiglie; ostriche; cozze; capesante, pettinidi; vongole, fasolari, arselle; e molluschi marini. Utilizzando tutti i dati in loro possesso, i ricercatori hanno fatto una stima delle perdite economiche derìvanti dall’ acidificazione del mare conseguente l’aumento di anidride carbonica. Una semplice stima delle perdite economiche annue in Europa dovute alla minore produzione di molluschi al 2100 è di circa un milione di euro. Oltre ai quattro paesi maggiori produttori, perdite consistenti ci potranno essere anche in Grecia e nei Paesi Bassi, che danno un contributo consistente alla produzione di mitili. Gli autori dello studio sottolineano comunque che la stima della perdita economica è ben poca cosa di fronte alle conseguenze economiche globali dell’effetto serra, ma è pur sempre un campanello d’allarme, anche tenendo conto che l’acidificazione delle acque marine non solo colpisce gli stock ittici, ma anche tutta la biodiversità e l’utilizzo di questa risorsa a fini ricreativi.